Rifugio Monzino
Introduzione
Situato al cospetto della sontuosa Aiguille Noire de Peuteurey, il rifugio Monzino costituisce una meta nella quale si può assaporare il gusto dell'alta montagna. L'itinerario si sviluppa ai piedi del ghiacciaio del Frêney che, ritirandosi, ha formato un grande salto roccioso superabile con l'ausilio di catene.
Descrizione
Lasciata l'auto ci si incammina lungo la strada poderale che conduce a Frêney trascurando una stradina sulla destra che conduce sul greto della Dora della Val Veny. Il primo tratto di percorso è pianeggiante immerso nella pineta, dopo una decina di minuti si oltrepassa con un primo ponte un ramo della Dora della Val Veny e poco dopo si attraversa un secondo ponte sull'altro ramo della Dora; poche decine di metri dopo si incontra una palina segnaletica che indica la partenza del sentiero Salita (1611m, 0h15').
Il sentiero si addentra in un fitto bosco di larice ed abete rosso risale un primo tratto, accompagnato da scalini in legno, e poi si addentra lungo la sinistra orografica della valle. Dopo qualche istante il sentiero lascia il bosco e si inoltra in mezzo a macchie di ontani sino a raggiungere un'enorme pietraia solcata dai torrenti di deflusso che discendono dal Frêney: si superano in due occasioni i torrenti di fusione su alcune passerelle in legno. Al cospetto dell'Aiguille de Châtelet si prosegue tagliando la pietraia sino ad incontrare il bivio per il rifugio (1742m, 0h40'): si svolta a destra, trascurando il sentiero per il Lago delle Marmotte e si incomincia a risalire il conoide morenico in mezzo a scarsa vegetazione. Lungo questo tratto di salita non si può non ammirare l'enorme morena del Miage, sulla destra, e la slanciata sagoma dell'Aiguille Noire de Peuterey proprio di fronte. Si raggiunge un primo salto roccioso: qui si incontra una lapide intitolata a Pierre Mauris caduto sull'Innominata ed un pannello che segnala il rifugio. Si incomincia a risalire un breve tratto ove sono presenti delle catene, utili soprattutto in caso di terreno umido. Superato questo tratto il sentiero procede serpeggiando tra la rada vegetazione: davanti a noi si possono osservare bene le rocce montonate formate dall'erosione del ghiacciaio del Frêney nella sua fase di ritiro. In breve si raggiunge il punto di partenza del secondo tratto di catene (2155m, 1h45'): il più impegnativo! Si parte subito con la salita di un ripido canalino che permette di prendere subito quota; la salita è impegnativa ma non difficile in alcuni tratti ci si aiuta con le mani. Dopo questo tratto di catene si riprende un sentierino che con una serie di svolte si porta al di sotto dell'ultimo tratto con catene. Superato questo tratto il sentiero svolta verso destra in direzione del rifugio. Dopo aver ammirato l'imponente ghiacciaio du Breuillat si risale l'ultimo piccolo strappo e si raggiunge, infine, il Rifugio Monzino (2580m, 2h30').
Il ritorno si effettua sullo stesso itinerario dell'andata.
Consigli
L'itinerario può diventare infido in caso di pioggia: la roccia umida diventa presto scivolosa rendendo il tragitto molto difficoltoso. Consultare le condizioni meteo prima di affrontare l'escursione.
Informazioni generali
Via:
Segnavia:
Tipologia percorso:
Periodo consigliato: giugno, luglio, agosto, settembre
Esposizione al sole: sud-est
Pericolo Oggettivo:
Tratti esposti:
Attrezzatura utile:
Acqua:
Riferimenti bibliografici
- Luca Zavatta, [[Le Valli del Monte Bianco]], L'Escursionista Editore, Rimini, 2004
- Stefano Ardito, I Rifugi della Valle d'Aosta, Iter Edizioni, Roma, 2008
- [[Monte Bianco Courmayeur]], Carta dei sentieri foglio 1 1:25000, L'Escursionista Editore, Rimini, 2008
Commenti
ho fatto un corso di alpinismo con le guide di Courmayeur, in questa struttura austera ma molto confortevole. l'ambiente circostante è di alta montagna, tra i più belli dell'arco alpino. Uno dei più bei rifugi che ho visitato
Il 19 agosto ci sono arrivata anch'io, sudata, stanca ma affascinata da questo angolo di mondo meraviglioso. Non sono un'alpinista, ma con un accompagnatore speciale (!) ci sono riuscita. Devo dire che l'accoglienza al rifugio è esemplare: una doccia calda, la crostata di mele e poi un pranzetto ben servito e curato. Insomma una bella esperienza che consiglio.
E' la magia che ho provato quando siamo stati nel deserto, ovviamente lo scenario è diverso ma l'emozione è stata la stessa. Un grazie a chi ha fatto rivivere il rifugio e un grazie a chi ora lo gestisce con così tanta dedizione. Bella la camminata ( un pò sudata..!) e un pranzetto niente male. E poi da lì tante possibilità. Abbiamo anche conosciuto due bimbi uguali-uguali che con l'aiuto della sorella hanno costruito su una roccia il villaggio dei trolls....C'è da dire che lassù la fantasia non si spegne!
L'anno prossimo questo sarà un appuntamento a cui non rinunceremo (gambe permettendo)
COMPLIMENTI.
Aspetto l'apertura del 2010. Quest'anno ci ritornerò. Ciao a tutti Voi!!!
Ci sono stata ROBERTA