Tre rifugi per 4 giorni

Ritratto di vittorio beltrame
vittorio beltrame
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Data rilievo: 
29/07/2010

Abbiamo raggiunto la svizzera attraverso il passo del Sempione, una volta scesi sul versante opposto e raggiunta la città di Briga, abbiamo seguito le indicazione per il Grimselpass, la sommità del passo era avvolta in una nebbia fittissima (sembrava di essere a Vercelli nel mese di novembre), una volta raggiunta la cima del passo siamo scesi dal versante opposto fino Chunzetennlen (parcheggio - 3 h e 30 dalla Valsesia) circa 3-4 km. prima della funicolare del Gelmer, la più ripida d'Europa. Il sentiero parte dolcemente nel primo tratto, ma di li a poco sale decisamente e con parecchi tornanti prende quota velocemente sino ad arrivara al lago artificiale del Gelmer. Ora il sentiero attraversa sopra la diga e prosegue a mezzacosta sopra il lago, alcune corde fisse, alla fine del lago riprende a salire nella pietraia con alcuni pezzi innevati fino ad arrivara al rifugio (2h e 50m. dal parcheggio). Il rifugio è stato ristrutturato di recente è molto bello e confortevole. Vi pernottiamo 2 giorni così abbiamo la possibilità di proseguire sino al ghiacciaio oltre il rifugio, circondato da magnifiche pareti di granito rosa. Al rifugio non parlano italiano, ma se la cavano bene con l'inglese. Il rifugio era abbastanza affollato, visto che la zona offre innumerevoli vie di arrampicata. Ritorniamo al parcheggio seguendo lo stesso itinerario della salita. Raggiunta l'auto, proseguiamo in direzione del villaggio di Innertkirchen per poi risalire verso il Sustenpass fino al parcheggio della funivia del Trift. Abbiamo scelto di fare il primo tratto in funivia per alleggerire un pò la salita. Saliamo su questa piccola cabina per circa 10 min.. Dalla stazione a monte della funivia parte un bellissimo sentiero che si snoda prima tra pascoli dove si vedono numerosi greggi di pecore, per poi proseguire nel bosco ed arrivare al ponte sospeso (1 h e 45 min.). Il ponte unisce i due fianchi della montagna, passando sopra il lago Trift le cui acque sono lambite dal ghiacciaio, senza il ponte raggiungere l'altra sponda sarebbe problematico, in quanto comporterebbe un lunghissimo itinerario. Dal ponte saliamo ora alla capanna Windegg, molto meno affollata della precedente e più spartana, ma molto accogliente. Pernottiamo e l'indomani scendiamo sino al parcheggio senza l'ausilio della funivia (circa 3 h e 30 min. dal rifugio). Una volta raggiunto il parcheggio partiamo subito ritornando in direzione del Grimselpass fino a raggiungere il Grimsel Hospiz, un bellissimo hotel vicino al lago Grimsel, penso non molto a buon mercato. Da quì parte l'itinerario per raggiungere l'ultimo rifugio in programma il Lauteraarhutte. Dal parcheggio si scende verso il lago e si attraversa sopra la diga in direzione del versante opposto della montagna. Il sentiero sale daprima su gradoni verso destra per poi ritornare con leggera salita verso sinistra sino all'imbocco di un tunnel (100 m. circa - non illuminato), si attraversa il tunnel e si prosegue sul sentiero con salite, discese e tratti pianeggianti per circa 5 km, fino alla fine del lago. Il sentiero è stupendo corre a mezzacosta, tra cespugli di rododendri, da un lato le rocce scendono a picco sul lago e dall'altro magnifiche placche di granito rosa invitano all'arrampicata. Alla fine del lago il sentiero prosegue pianeggiante ed il panorama cambia completamente, sembra di essere in Imalaia. Si continua a camminare sino a raggiungere il fronte del ghiacciaio, da quì il sentiero sale a destra sul fianco della montagna per poi ridiscendere più avanti sul ghiacciaio che è interamente ricoperto di pietrame ma con visibili crepacci. Si prosegue seguendo ometti e paline in legno per un lungo tratto sino a quando il sentiero riprende a salire sul fianco destro della montagna in modo molto deciso sino ad arrivare al rifugio che è visibile solo all'ultimo (circa 5 h dal parcheggio). Il panorama che si vede dalla balconata del rifugio lascia senza fiato e ripaga della fatica per raggiungerlo. Numerose sono le cime oltre i 4.000 m. e fa impressione questo lunga lingua di ghiaccio che in basso oltre il rifugio si insinua fra le montagne per oltre 10 km. Alla sera nei dintorni del rifugio sono arrivati circa una 20 di camosci. Tutta la zona è sotto protezione dell'Unesco, speriamo si conservi così. Vi pernottiamo e dopo colazione scendiamo a nostro malincuore per ritornare a valle (circa 3 h e 50 min.) Dei tre rifugi questo è quello che merita sicuramente una visita di ritorno, molto simpatici i due custodi Toni e Dora (marito e moglie), Dora oltre ad essere un ottima cuoca parla anche un pò di italiano. Per gli amanti dei posti selvaggi e isolati senza dubbio questo rifugio è il posto giusto.

Avvistamenti faunistici: Aquila chrysaetos, Marmota marmota, Rupicapra rupicapra